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Intervista a Riccardo Bruni. Giornalista, scrittore, amante della musica e del buon cinema…che dire? Benvenuto!


1.       Parlaci di te, ma fallo come se fosse il protagonista principale del tuo romanzo “Zona d’ombra” a descriverti. (Pentito?) Cogli anche l’occasione per illustrarci il romanzo e raccontarci i sordidi retroscena della tua produzione.

Fabrizio Baraldi: “Bruni? Lo conosco come collega. Mi piace il modo in cui è in grado di scrivere un pezzo sul punteruolo rosso con lo stesso registro e la stessa tensione di uno che sta scrivendo un reportage da una zona di guerra. Peccato che sia così pigro. Una sera l’ho visto in un cinema. Era da solo, con un sacchetto di noccioline dolci che ha aperto solo quando è iniziato il film. Ho pensato che a guardarlo così era un tizio ordinario, il soggetto ideale per essere reclutato da certa gente. È uno di quelli che alla fine del film resta a leggere tutti i titoli di coda. E per farlo serve autocontrollo.”
Fabrizio Baraldi è uno dei protagonisti del romanzo. È un giornalista ambizioso, ma non si trova bene con “certe regole del gioco” e per questo finisce col farsi mettere da parte. Ma proprio nel momento in cui tutto sembra cadergli addosso arriva una strana proposta, un lavoro apparentemente tranquillo che lo porterà invece a seguire una storia dalle implicazioni incredibili. La sua indagine che riguarda la morte di Zerman, il leader del Fronte Nazionalista del Triveneto, è il primo nucleo della storia sul quale ho iniziato a lavorare.

2.       A questo punto ne sappiamo qualcosa di più, ma non è abbastanza.  Come crei i tuoi personaggi, li inventi a poco a poco o parti con le idee molto chiare fin da subito? Cosa contribuisce maggiormente a caratterizzarli e a renderli tridimensionali?
Per me trama e personaggi fanno parte dello stesso magma narrativo, si sviluppano insieme mano a mano che procedo. Parto da un soggetto, prendo appunti, strutturo la storia e mentre lo faccio i personaggi assumono la loro identità, che si concretizza attorno alle azioni che dovranno compiere. In una storia dove ci sono molti personaggi diventa fondamentale la loro caratterizzazione, altrimenti il lettore si confonde. Per questo motivo in fase di preparazione (che per me è lunga e complicata quanto quella della stesura) lo studio dei personaggi è un passaggio molto delicato sul quale diventa necessario tornare più volte mentre la storia prende forma (e viceversa).

3.       Il contesto socio-politico-economico è una parte importante nei tuoi scritti. Parlacene. In che modo la tua professione di giornalista ha influito nelle tue storie?
La prima cosa che un giornalista dovrebbe chiedersi di fronte a una notizia è: in che modo questa notizia può interessare a chi la leggerà? La cronaca si occupa di cose che ci riguardano, cercando di farti capire in che modo ti riguardano quando questa relazione non è così esplicita. Si tratta di connessioni. Quando lascio la cronaca e scrivo per la narrativa questa impostazione resta. È il mio modo di guardare le cose, lo è sempre stato. Non è tanto una “deformazione professionale”, quanto piuttosto il motivo per cui sono diventato un giornalista. E la consapevolezza che la nostra vita sia in gran parte decisa altrove, dove quel contesto socio-politico-economico viene determinato con un apporto sempre più ridotto di partecipazione democratica, diventa il motore del narrare.

4.       Passiamo a domande più pruriginose: elencaci un punto di forza e uno di debolezza dei tuoi romanzi.
Faccio riferimento ai commenti (per darmi un tono potrei dire “feedback”) ricevuti per Zona d’ombra. Un punto di forza è il modo in cui realtà e finzione sono intrecciate insieme in un tessuto unico, che alla fine lascia la sensazione che la parte di realtà sia maggiore di quella riservata alla finzione. E forse è davvero così. Un punto debole è la complessità dell’architettura narrativa: molti personaggi, molte storie, molti piani temporali che si intrecciano e che richiedono al lettore un’attenzione sempre alta per non perdersi. E non tutti i lettori sono disposti ad accordarti quell’attenzione.


5.       Fase creativa: hai 700 battute per scrivere un racconto breve. L’elaborato deve contenere (Ora si che ti sei pentito!):
a.       Cammello
b.      Cicisbeo
c.       Violino
d.      Fungo
e.      Massacro

Un giorno un cammello rimase incastrato nella cruna di un ago. L’incidente attirò l’attenzione dei passanti, tra i quali una dama con il suo cicisbeo. Questi osservò la scena in tutta calma, assumendo l’atteggiamento di quel noto investigatore che per concentrarsi era solito suonare il suo violino. Alla fine, capì. In pratica, a causa di un errore di traduzione l’animale si era trovato coinvolto in un antico detto al posto di una gomena. Il cicisbeo, però, soffriva di una ripugnante infezione micotica (comunemente detta fungo) proprio in mezzo alla faccia, che fu scambiata per un marchio del demonio. Il massacro fu inevitabile. E il cammello rimase per sempre in quella spiacevole situazione.

6.       Sei un autore ibrido. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di entrambe le realtà (self e Ce)?
Quella del self è una pratica salutare per il modo in cui ti consente di dirigere il tutto, scegliendoti i collaboratori e il metodo di lavoro. È stimolante occuparti di ogni aspetto, ma è anche impegnativo. Più che altro per la promozione, che richiede tempo e infinita dedizione. Lavorare con un editore è, invece, l’esatto contrario. C’è da dire, però, che spesso gli editori oggi cercano prodotti già pubblicabili, che richiedono interventi di editing leggeri e rapidi per ridurre al minimo tempi e costi. In uno scenario del genere viene meno quel rapporto costante con l’editore che era per l’autore una fondamentale occasione di crescita. Il che spinge l’autore a ricercare gli stessi meccanismi di un self per arrivare all’agognata stesura definitiva. E anche per quanto riguarda la promozione non è detto che l'editore se ne faccia carico in modo convincente. Quella dell’autore ibrido, infine, è una opzione che sembra destinata a crescere, ma ci sono così tanti aspetti che riguardano le singole esperienze da rendere impossibile un discorso in generale. Per me è stata una questione di necessità, per esempio. Quando Anordest mi ha proposto di pubblicare il romanzo, ho visto che come editore non aveva ancora sviluppato la pubblicazione in digitale dei titoli in catalogo, per cui non prevedere la separazione dei diritti digitali avrebbe comportato non essere distribuito in ebook, il che per un romanzo nato come ebook self e scritto da uno che ha impiastrato i blog parlando di editoria digitale non era un’opzione accettabile.

7.       Fatti la domanda che hai sempre voluto ti facessero (no, niente di troppo personale :D)
Tanto per alimentare un po’ quel senso di suspense e mistero che tanto ci piace, la domanda che in veste di giornalista mi rivolgerei è: Hai mai pubblicato libri utilizzando degli pseudonimi? La risposta sarebbe: sì. Ma ovviamente non direi quali. 

Rivelamelo, ti supplico, non lo dirò a nessuno (dita incrociate)!!
No? NO?
Anche e non hai voluto sbottonare le tue centomila identità, è stato un vero piacere poterti ospitare su Fiumegiallo. Grazie!

Sito ufficiale dell'autorehttp://www.riccardobruni.com/
Blog: http://riccardobruni.wordpress.com/







Intervista a Germano Dalcielo. Fulmini a ciel sereno e punizioni corporali ci attendono.
BENVENUTO!

1. Ciao Germano, raccontaci di te, ma fallo come se fosse un serial killer a descriverti!
Abitudinario, prevedibile, quasi metodico nella sua routine quotidiana. Avvisaglie di comportamento ossessivo-compulsivo per quanto attiene l’organizzazione e la programmazione della giornata. Tendenzialmente pigro e pantofolaio, tutto fuorché animale notturno, di bocca buona - come si evince dagli evidenti chili di troppo -, il suo punto debole potrebbero essere gli affetti familiari (la sorella e il cane).
Sì, un serial killer non avrebbe problemi a uccidermi. Sarei una preda fin troppo facile.

Ti ringrazio, lo riferirò a Tessuto! <ride>


2. La tua opera più importante è IL PECCATORE. Parlaci dei retroscena, di come il pubblico lo ha accolto e di cosa significa per te.
Ho deciso di mettere mano alla penna dopo aver letto il Nuovo Testamento e in particolare una frase che mi aveva colpito del Vangelo di Giovanni: “E quel discepolo che Gesù amava, appoggiando il capo sul suo petto, gli chiese chi di loro lo avrebbe tradito”. Da qui è nata la mia personalissima illazione sulla vita privata di Gesù, che, vista la mentalità imperante, non pretendevo trovasse un’accoglienza favorevole presso il pubblico dei lettori. Sapevo che sarebbero spuntati quelli con la puzza sotto il naso, per non parlare dei bigotti (ho ricevuto una recensione negativa addirittura da un prete che la argomentava citando a sostegno passi dei Vangeli!) ma sinceramente non mi aspettavo tanta acredine. Rimane comunque la grossa soddisfazione dei risultati ottenuti nonostante i feedback poco lusinghieri e quella, che nessuno mi può togliere, dei complimenti ricevuti dagli “addetti ai lavori”. Sarò sempre affezionato a questo mio romanzo breve perché ha segnato la mia prima prova in assoluto con la fiction (il mio esordio, invece, è autobiografico) e anche perché, diciamolo pure, mi ha permesso di pagare qualche bolletta.

Sai come si dice "Non ti curar dei feedback ma curati dei feedback", è un mondo difficile e il futuro non è mai stato così incerto. <qualunquista mode on>


3. Mettiamo alla prova la tua abilità di scrittore (sono una cacca, lo so). Inventa per noi una brevissima storia di paura utilizzando queste 4 parole:
carota
secchiello
zampino
aspirapolvere

“Mamma, mamma!”
Quella mattina la signora Adele era intenta a passare l’aspirapolvere, così il figlio dovette sbracciarsi per richiamare la sua attenzione.
“Che c’è, tesoro?”
“Guarda! Il pupazzo di neve ha il naso arancione! Ieri non ce l’aveva!” esclamò Andrea indicando la carota infilata nel faccione di ghiaccio, lì fuori in giardino. Due sassolini neri per gli occhi e un rametto secco per la bocca completavano l’insieme, piuttosto buffo.
La donna sorrise di cuore, sapendo che dietro a quella sorpresa c’era sicuramente lo zampino del marito, uscito all’alba per andare al lavoro.
“É bellissimo, amore! Adesso, però, vieni a fare le palle di neve qui sotto il portico, così ti posso vedere.”
Il bambino recuperò il secchiello ai piedi del pupazzo e si accovacciò per raccogliere un po’ di neve. Adele si allontanò dalla finestra e riprese le sue pulizie. La polvere sotto il tavolo da pranzo la costrinse ad allungare più volte il braccio per riuscire ad aspirarla tutta. Quando si rialzò si diresse di nuovo alla finestra, pronta a sgridare il figlio per non aver obbedito al primo richiamo.
Andrea non era più ai piedi del pupazzo, intento a spalare neve. Al suo posto, solo il cappello di lana con i lunghi paraorecchie e il secchiello rovesciato. La madre lo chiamò una volta. Poi una seconda. Si fiondò alla porta e uscì come una furia sulla veranda. Nel giardino la sagoma del pupazzo di neve si stagliava imponente, la carota ancora dritta e sbarazzina a sfidare il vento. Quando si avvicinò per controllare se il bimbo avesse scavalcato la staccionata finendo in strada, si immobilizzò, ipnotizzata da qualcosa che aveva notato sulla faccia del pupazzo. Le due estremità del rametto che gli disegnava la bocca erano inspiegabilmente rivolte all’insù.
Il pupazzo di neve stava sorridendo.

Bella-bella! Ti ringrazio soprattutto per aver rovinato il candido bianco inverno della mia infanzia!


4. Sei Librarian in Goodreads, gestore di Ebookiamoci... Raccontaci della tua passione per la lettura, i libri che hanno segnato il tuo percorso e quelli che vorresti non aver mai letto.
La mia passione per la lettura nasce alle scuole medie quando mia sorella mi passò La Domatrice di Agatha Christie. Dopo quello divorai altri 60 titoli della Regina del giallo. I libri che hanno segnato la mia vita si contano sulle dita di una mano: Il gabbiano Jonathan Livingston mi ha insegnato che se si crede fermamente in qualcosa, non bisogna arrendersi mai. Lettera a un bambino mai nato mi ha trasmesso il rispetto per la vita e la sacralità del dono che la donna ha di darla. La fattoria degli animali mi ha illuminato sul potere che può avere la parola, più tagliente della lama di un coltello e potenzialmente più feroce di un atto di violenza. Se questo è un uomo mi ha aperto gli occhi sulla vera bestia che infesta questo nostro mondo. Non vorrei aver mai letto quella grandissima cagata di Cime tempestose e quel sonnifero naturale che risponde al nome di Memorie di Adriano. Quelli sono giorni che non mi restituirà più nessuno.

"Ferisce più la penna della spada" (cit.).
A me però "Memorie di Adriano" era piaciuto...colpa dell'insonnia?


5. Sanremo è finito, qualcuno ha vinto e a noi non ce ne importa, che ne dici di parlarci invece di qualcosa che ti sta a cuore?
Mi stanno molto a cuore le sorti degli animali abbandonati o rinchiusi nei canili. Nel mio piccolo faccio il possibile per mandare qualche spicciolo ai volontari che salvano quelli finiti in strada e, quando il tempo me lo permette, vado al canile qui in zona a far “sgranchire” le zampe a qualche anima chiusa in gabbia. L’adozione del mio cane nel 2008 mi ha reso molto sensibile a questa problematica.

Lacrimuccia. Sottoscrivo ogni parola.


6. Se dovessi dare un consiglio, solo uno, a chi vuole intraprendere la strada dell’auto-pubblicazione, quale sarebbe?
Di leggere prima 50 libri, come minimo, e poi, solo poi, azzardarsi a prendere una penna in mano o a strimpellare su una tastiera.

Grazie d'aver condiviso con noi parte dei tuoi peccati. Alla prossima ;)
  
Potete trovare i libri di Germano Dalcielo su Amazon:
Il Peccatore(Il discepolo ombra) amzn.to/WQX8Bt
Lettere dal buio amzn.to/XonKsU
Il giocatore – Il virus dell’azzardo http://dld.bz/djb2v





Un' intervista ironica e seria, a volte: è qui con noi ... l'illustre... l'unica ... la stramba ... la scrittrice ... Noemi Gastaldi. Mettiti comoda e preparati a lunghi momenti insopportabili! 



1. Benvenuta, un tea? sono giusto le cinque! Avevo pensato di chiederti chi sei, cosa fai e bla bla bla...ma poi, conoscendo quanto tu sia dotata di fantasia credo che potrebbe essere più divertente presentarsi giocando...quindi...rispondi e motiva i tuoi "perché". 
Se fossi un super eroe? Sarei Batman! Tra l'altro, nessuno ci ha mai visti nella stessa stanza... 
Se fossi un frutto? Una fragolina di bosco. 
Se fossi un colore? mmmhh... Nero? 
Se fossi un personaggio storico? Nefertari! (Mi dissero che le somiglio... O che somiglio alla sua mummia, ora non ricordo)
In chi ti reincarneresti? In uno scrittore ricco e famoso (magari anche bravo, va :) )
Se fossi un cattivo? Il diabolico barbiere di Londra ( si, lo ammetto, stasera ho una crisi d'identità sessuale :) )
Se fossi un animale? Un bradipo sonnacchioso
Se fossi solo te...come saresti? Questa è la domanda più facile... Sarei io U.U

Venendo a noi... Se ti dicessi i miei “perché” il gioco diverrebbe banale: così invece i lettori del blog possono sbizzarrirsi a decriptare le mie risposte :)


Furbina...troppo furbina...

2.Parlaci delle tue opere e del momento esatto in cui ti è venuta l'idea per scriverle. E delle prossime che stanno per arrivare. 
La mia prima pubblicazione risale al 2009, quando ho partecipato come coautrice al romanzo erotico “22 fiori gialli”... In questo caso non esiste un momento in cui mi sia venuta “l'idea”, dato che mi sono aggregata ad un progetto già esistente. Ricordo che quando il mio coautore mi disse di voler scrivere un romanzo dove la protagonista era ispirata a me, non lo presi nemmeno sul serio... Poi però il romanzo iniziò a prendere forma, iniziò a piacermi... Così decisi di collaborare :) Il primo libro ideato e scritto da me è invece “Il tocco degli Spiriti Antichi”, di genere urban fantasy; si tratta del primo volume di una trilogia, attualmente ho in cantiere il suo seguito. L'idea è maturata negli anni, avevo una gran voglia di condividere le emozioni particolari che ho vissuto grazie alla pratica della Stregoneria tradizionale, e ho infine deciso di raccontare tutto questo tramite una serie di allegorie che potessero far rientrare il mio narrato nel genere fantasy. 

Pratica di Stregoneria tradizionale? ... ma tipo... pozioni per dimagrire? Far crescere peli al vicino di casa? Baciare chi non conosci? Coltivare soldi e punire gli oppressi? Sono curiosa, ti metto in coda di lettura...subito!

3.Come affronti un romanzo? Ti fai una scaletta con i contenuti,crei delle schede personaggi, segui la scia dei tuoi pensieri? 
Faccio una scaletta e delle schede personaggi; poi seguo la scia dei miei pensieri :)

Metodica, ti invidio. Io ho appunti sparsi in ritagli di ritagli di ritagli ... e il resto è sepolto e ordinato nella mia testa. Spero solo non mi venga un ictus.


4. Nel tuo libro "Il tocco degli Spiriti Antichi" cosa vuoi comunicare al lettore attento?


Che la realtà non finisce dove gli occhi possono vedere; c'è dell'altro, e vale la pena di scoprirlo, nonostante le difficoltà. 


5. Ti va di inventare una breve storia per noi? Magari utilizzando i personaggi dei tuoi libri e le parole che io ti elencherò? La risposta deve essere SI...sappilo! Parole: albero, coperta, sandali, sale, specchio, pesce.


(questa è l'intervista più difficile che abbia mai fatto, sappilo! :) ) 

 Lucilla si risvegliò su un albero: ma come ci era finita? Non che fosse il suo primo episodio di sonnambulismo, ma questa volta si era allontanata più del solito. L'ultimo ricordo che aveva, era di essersi accoccolata al caldo sotto la sua morbida coperta. Provò a guardare se fosse possibile scendere, e si accorse che i suoi piedi erano vestiti solo di un leggero paio di sandali: mancava solo questo! La Viator cercò di mantenere la calma: in genere, questi buffi episodi avevano un significato, per assurdi che potessero sembrare. Si guardò attorno, nel sonno si era portata dietro una manciata di sale e un piccolo specchio; la Viator si concentrò, richiamò il suo potere. Le sue mani si animarono immediatamente grazie al fluido caldo che le scorreva nelle vene, versarono il sale sullo specchio, poi disegnarono uno strano simbolo... Quando la Viator terminò di operare, le comparve davanti agli occhi l'immagine di un pesce. L'unica cosa da fare, era mettersi in contatto con Manuela Paric': solo lei poteva comprendere.


E io...non ve lo dirò! gne gne gne

6. Un pregio e un difetto del tuo scrivere...confessalo!


Un pregio: scrivo sempre con un tono fiabesco che amo molto. Un difetto: non tutti amano le fiabe :( (quindi, vedi sopra).


"Marzulliana" risposta. Ti stimo.

7. E come sempre accade...le cose sfuggono e quindi se c'era qualcosa che non ho avuto premura di chiederti...fallo tu... 
Cioè, “fatti una domanda e datti una risposta??”

vedi che Marzullo ritorna...

 Ok :) Noemi: Cosa mi consigli di fare, ora? Noemi: Ovvio, no?? Vai a comprare il mio libro!!

Fatto, strega!


8. Donaci...foto, opere, link...tutto ciò che credi sia utile per presentarti al meglio. 


 Inizio subito con le illustrazioni del mio libro, realizzate da Nicolò Mulè, in arte “Strega Upui”:




Ed ora un link al mio sito internet, sempre gestito e disegnato dal mio illustratore:


E infine, un link per acquistare l'ebook o il libro “Il tocco degli Spiriti Antichi” su Amazon (lo trovate comunque anche su altri store on line, o potete ordinarlo in libreria, ma qui costa un po' meno :)






Intervista a Simone Lari: un autore che osa mescolare thriller e fantastico...Benvenuto!


1. Facciamo un gioco? invece della solita biografia...considerando il fatto che tu scrivi romanzi che hanno una componente fantastica... che ne dici di descriverti come se fossi un personaggio dei tuoi libri? O se preferisci inventando una mini storia su te stesso? 

In realtà la mia storia è più lunga di quanto sembri… Sono nato nel lontano 1378, ho avuto l’investitura da Cavaliere Arcano, ho combattuto contro la Nemesi dei Mondi, assistito alla fine dell’Ombra della Morte, è ho reclamato il ritorno di ciò che amavo di fronte al volto severo del Dio Sion. Poi, in tempi moderni, mi sono reincarnato, ma la mia amina si è divisa in due parti, e ha dato vita a due versioni di me totalmente opposte: da una parte sono diventato Derek, uno studente un po’ nerd, con la fissa per i romanzi epic fantasy, che ha avuto la “fortuna” di acquisire dei super poteri che hanno fatto di lui, o meglio, di me, Nameless, rendendomi possibile combattere per la giustizia, come facevo un tempo (anzi, un po’ peggio). Dall’altra parte, però, sono diventato Kage Queen, un uomo oscuro, misterioso, nella cui porzione di anima aleggia solo un misero, flebile, barlume di luce racchiuso nell’ombra. Lui ha acquisito la parte più terribile di me: la rabbia, la determinazione senza rimorso, l’influenza oscura della Perla del Potere, questo gli/mi ha conferito dei poteri paranormali. L’unica cosa buona che ha preso dal vecchio me, è l’amore per i gatti.

Io sono circondata dai gatti, probabilmente sono alieni. . .si comportano da alieni, saltano come salterebbero degli alieni. . . sicuramente stanno tramando qualcosa. . . e loro. . .ci vedono bene anche al buio, miao!

2. Quali sono i timori e le difficoltà che incontri durante la stesura di un romanzo?

Nessun timore, e grazie a valide collaboratrici, nessuna difficoltà.

Che culo! Io invece annaspo dentro ogni insicurezza.

3. Quale è stata la peggior critica ricevuta e quale la migliore?

Te ne copio/incollo un paio che sono un ex equo: 

Sulla Nemesi: (acquisto NON comprovato)
Il racconto è di una banalità disarmante; un miscuglio tra rpg game vecchio stile e romanzi fantasy blasonati. Nel piccolo villaggio il nostro eroe ha la fortuna di incontrare un grande mago, un grande spadaccino, un gruppo di elfi. Un addestratore di bestie demoniache no ? Solo nelle prime dieci pagine si possono trovare errori di "narrazione" disarmanti; il ragazzo si allenava "tutte le mattine al lago" - "dopo una lunga camminata, che il ragazzo era abituato fare tutte le mattine". Infine mi domando: come può essere lunga la camminata, che doveva fare tutte le mattine, se il lago era "vicino al villaggio" ? Insopportabili i nomi di luoghi e personaggi in inglese, scarne le descrizioni e spesso confusionarie. Nomi delle "pseudo skill" estrapolati da MMORPG e descrizioni dei combattimenti "elementari". Fortunatamente ho scaricato la versione di prova che termina con il capitolo 6, raggiunto a fatica dopo innumerevoli sforzi. Ovviamente, come si è ben intuito, non lo suggerirei nemmeno al mio peggior nemico e mi auguro di non dover più leggere un lavoro tanto mediocre. Leggere alcune guide come "Lezioni di scrittura Creativa - Master di scrittura creativa - Scrivere un Romanzo" potrebbero aiutare a rendere quantomeno leggibile un eventuale seguito. Purtroppo sono obbligato a mettere una stella in quanto Amazon mi impedisce di metterne Zero. 

Su Nameless: (acquisto NON comprovato): Non ho mai visto un tale scempio aver la pretesa di essere un libro! E le recensioni entusiaste che avevo letto sono solo parenti e amici mossi a pietà, non c'è altra spiegazione. Non esiste che una storia così spudoratamente copiata dai classici eroi americani, un mix di Spider-man, Smallville e Catwoman,tanto per non farci mancar nulla, abbia la pretesa di essere un libro e non una parodia. Rimpiango i soldi buttati, sconsiglio l'acquisto decisamente. E la copertina è davvero terribile, ma farla fare a qualcuno che almeno conosca un po' di anatomia e tecnica no?

La migliore in assoluto, invece, credo sia questa su Kage: 
Il mistero è qualcosa di affascinante e inafferrabile. Gioca con la curiosità, si fa burla dell’ingenuità, cattura e conquista le persone. Il mistero si cela dietro eventi inspiegabili, dietro facce apparentemente normali e vite ordinarie. Kage Queen di ordinario ha parecchio: sette completi scuri, quattordici camice ordinate secondo sfumature cromatiche. Ha una bella casa, una buona posizione, un’adorabile gatta ad attenderlo ogni sera quando rientra dopo una lunga giornata. Dov’è il trucco? La gatta vede il futuro, il padrone gioca con la telecinesi, uccide a sangue freddo e ha un disperato bisogno di entrare in possesso dell’eredità di suo padre. L’eredità, o meglio la vicina morte del genitore vaticinata dalla simpatica felina, è l’espediente che da inizio a questo libro originale e ben scritto, affascinante e travolgente. Simone Lari, autore sempre in crescita e acuto sperimentatore, si lancia in un nuovo genere scrivendo un romanzo suggestivo e promettente. Kage Queen - L’Eredità, sin dalle prime pagine si rivela un libro che gioca bene con la suspense, che fa dell’ambiguità il punto di forza della narrazione. Un’ambiguità che si fa persona, che si incarna in un protagonista atipico, fuori dagli schemi, che sfugge a qualsiasi definizione. Kage è un uomo oscuro, impenetrabile, che vive di obiettivi ma non di desideri. La sua vita appare arida, priva di affetti e di speranze. Rigido e severo, è l’anti-eroe, quello che non ride, non scherza, che non agisce secondo le grandi morali, che non ha un’etica precisa. È il villain per eccellenza, non il banale cattivo, ma un uomo con uno scopo e un codice di comportamento ben preciso. Ha ben chiare le proprie priorità, sa quello che vuole e ha il potere di ottenerlo. Non si ferma davanti a nulla ed è disposto anche a comprarsi una famiglia pur di raggiungere i propri scopi. July e suo figlio rappresentano, infatti, la sua assicurazione per entrare in possesso della tanto desiderata eredità. L’incontro dei due protagonisti, le nuove dinamiche che si sviluppano tra due estranei costretti a fingere un rapporto di coppia, risultano avvincenti almeno quanto le vicende che li coinvolgono in rapida successione. Nemici celati nell’ombra, vecchi echi di un passato che si sperava dimenticato, minacce ed eventi spaventosi, si intrecciano alla costruzione del rapporto tra Kage e July, due personaggi molto forti, che si alternano sulla scena senza mai oscurarsi a vicenda. Convincono entrambi, piacciono e diventano il centro di speranze e congetture del lettore, un lettore continuamente distratto dai tanti elementi introdotti dall’autore. L’attenzione e il pathos sono sempre alti, il libro si legge con un senso indecifrabile d’attesa. Simone stuzzica la nostra curiosità, ci fa porre continuamente domande alle quali cerchiamo risposte quasi ossessivamente, incapaci di staccarci dalle pagine prima di poter arrivare velocemente al finale. I dialoghi, punto di forza di questo autore, non sono mai banali, sono anzi incalzanti e danno gran ritmo a questo romanzo scritto con uno stile fluido ed estremamente chiaro. La contaminazione tra generi, l’utilizzo di registri linguisti semplici e immediati, rendono il libro una lettura piacevole e entusiasmante. Simone Lari, alla sua prima esperienza con il thriller/paranormal, si dimostra pienamente all’altezza del genere, riesce ad interessare, a far appassionare e a creare un prodotto davvero unico. Kage Queen –
L’Eredità è il capitolo introduttivo di una serie che merita di essere conosciuta e seguita, degna soprattutto di essere amata. 

Uhhhh come ti capisco: ne ho appena ricevuta una tremenda, ho ancora gli occhioni lucidi! Ingurgitiamo qualcosa di dolce?

4. Parlaci del tuo ultimo libro e fallo mettendo in risalto quello che ritieni più utile...per te e per il lettore. 

Il mio ultimo libro è una figata pazzesca! Ehm, volevo dire, è bello… Sicuramente è il migliore che abbia mai scritto. Ho avuto due ottime sostenitrici/assistenti che mi hanno coadiuvato nell’impresa e che non smetterò mai di ringraziare. Si tratta di un romanzo per tutti i gusti: è un thriller/paranormal con una sotto trama romance e alcune parti da urban fantasy. In più va bene anche per quelli chi amano i gatti!

Preso! (ovviamente me lo hanno suggerito i mici-alieni)

5. Cosa ne pensi delle scuole di scrittura creativa? 

La migliore scuola è la pratica. Ma anche un buon editor, che ti bacchetta, ti consiglia e ti istruisce, è utile per migliorare lo stile. Purtroppo però, se le idee e la fantasia non ci sono, lo stile impeccabile serve a poco… 

Le scuole possono essere un primo step. E' essenziale leggere molto e di ogni genere. Impara l'arte e mettila da parte. Dopo che si sono apprese le regole è necessario, con consapevolezza, crearne di nuove, eludere le vecchie, scrivere come si desidera. 

6. Lancia un messaggio nell'universo ed uno in un tombino!

Universo! Già sai cosa ti ho detto no? Te l’ho ripetuto giusto ieri sera! Vediamo di muoverci per cortesia, grazie! Nel tombino invece del messaggio ci posso buttare i due tizi delle recensioni negative che ho riportato sopra?

A me son cadute le chiavi di casa in un tombino...è stato un attimo... da quel giorno ho lo stesso identico messaggio per il tombino e per l'universo: %/))@

7. Fatti la domanda...che non ti ho fatto. 

Beh, potrei chiedermi da parte tua: “Usciamo insieme stasera?” Ma sono impegnato, e quindi non lo farò :P

Rendimi subito quella fetta di torta!!! :)

Riferimenti:


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Oggi vi presentiamo Martina Munzittu ... una romantica donna del mistero!
BENVENUTA!

 Ciao Martina, benvenuta è un piacere ospitarti sul mio blog. Iniziamo subito...che ne dici di presentarti...ma in modo romanzato...come se fossi la protagonista di un tuo romanzo? (non rispondermi NO! hehehehe) 

Ciao Manuela e grazie a te per avermi ospitato nel tuo blog! Presentarmi in modo romanzato? Proviamoci. Quando Martina salì su quell’aereo diretto a Londra, si lasciò dietro le spalle un mondo di sole, calore, mare e amici. E mentre osservava le nuvole da quel finestrino, si chiedeva che cosa avrebbe trovato in quella terra straniera, dove non solo non parlavano l’italiano, ma neanche il sardo. In tutti i casi, aveva senso guardarsi all’indietro? No; ormai la scelta era fatta, il futuro non poteva che esser ricco di esperienze nuove e interessanti

Perfetto...ma ora ti toccherà continuare...vogliamo sapere come prosegue la storia!

Sei un'italiana che scrive in lingua inglese...come mai questa scelta? 

Ho vissuto in Inghilterra la maggior parte della mia vita da adulta, parlo l’inglese per il 90% del tempo in famiglia, a lavoro e con gli amici. Aveva molto più senso per me scrivere in inglese che in italiano. Anche perché non sono mica sicura di parlarlo bene (l’italiano, intendo). 

Incredibile...io, timidissima ed ignorante,...al massimo posso scrivere storie in cui "the cat is on the table"!!!

Parlaci dei tuoi libri, dei tuoi nuovi progetti mettendo in risalto quello che ritieni più utile per te e per i lettori.

Finora ho pubblicato solo il mio primo romanzo “Un Patto con una Sconosciuta”, tradotto dall’inglese “A Deal with a Stranger.” Ho appena finito un romanzo breve che si intitola “Gemelle Incompatibili” che conto di regalare ai lettori che si iscriveranno alla mia newsletter, quando inauguro il mio nuovo sito web a luglio. Sto lavorando alla mia nuova serie “Il Rifugio dei Cuori Infranti”: ho già scritto il primo libro e conto di lanciare la serie a fine anno con i primi tre episodi. Il genere che scrivo è quello del romanzo rosa, anche se ho in mente due futuri romanzi con temi diversi: uno fantasy e l’altro tipo family saga. 

...devo confessarti che "il rifugio dei Cuori infranti" mi incuriosisce particolarmente. Sono certa che riuscirai a creare qualcosa di delicato, interessante e per nulla scontato merito del tuo approccio particolare al romanzo "rosa"... un rosa-grigiolino?

Quando ti accingi a strutturare la trama del tuo romanzo quale strategia utilizzi? Quali difficoltà incontri? 

Non seguo una struttura specifica a dire il vero. Tutto parte dal personaggio principale, cerco di immaginare bene che tipo di persona sia, che cosa ami mangiare, cosa faccia nel tempo libero, chi sono le persone che potrebbero irritarlo e quelle che potrebbero piacergli. E poi da lì nasce la storia: cerco di mettere quel protagonista in situazioni inusuali o difficili, oppure dargli un obiettivo con un po’ di ostacoli lungo il cammino. Poi mi distacco dalla situazione e osservo come reagisce. Sarà lui a guidarmi. Finora non ho avuto difficoltà a seguire questo approccio, ma la vita è sempre piena di sorprese.

Io ti ho letto...sappilo!!! E ti ho trovato "diversa" rispetto al solito rosa...ti andrebbe di spiegare quali qualità e atmosfere caratterizzano i tuoi romanzi? 

I romanzi rosa sono i più letti al mondo, forse siamo tutti dei grandi romantici, chissà! Proprio perché è un genere così diffuso, è difficile essere originali e non ripetitivi, dopotutto la trama è sempre quella: legare due persone che sono destinate a stare insieme. Nel mio romanzo “Un Patto con una Sconosciuta” c’è un filone ben più profondo che percorre la storia d’amore della protagonista; nella serie “Il Rifugio dei Cuori Infranti” la tematica principale è la sofferenza acuta che si prova quando si perde l’amore, o non si conquista l’oggetto del desiderio; nel romanzo breve “Gemelle Incompatibili”, la ricerca di Mr Right è condita da una serie di episodi comici. Forse l’atmosfera che caratterizza i miei romanzi è un po’ di quel british sense of humour: una miscela di ironia e del mai prendersi troppo sul serio. 

Facciamo un gioco: io ti propongo 5 parole e tu inventi una massima, una mini-storiella...qualcosa da regalare ai nostri lettori. parole: cane, sasso, alga, nonna, divorzio.

La nonna decise di portare a spasso il cane in riva al mare; passo dopo passo pensava al recente divorzio della sua giovane nipote. Ma Elena come aveva potuto scegliere un marito così antipatico come Renzo? Mentre il suo cane rincorreva le alghe sbatacchiate sulla riva dalle onde, provò ad immaginare che soddisfazione si potesse provare a legare un sasso enorme al collo di Renzo e lanciarli entrambi giù in fondo a quell’azzurro infinito. 

Povero Renzo...prima o poi ci finisce in quel profondo blu ;)

Parlaci di quello che ho dimenticato! 

Le domande da farmi sarebbero tantissime, ma forse una è più importante di tutte: quale gusto di gelato ti ispira maggiormente a scrivere? Risposta: Cioccolato d’inverno, vaniglia in primavera, e fragola d’estate.

Amo il gelato...sempre...ovunque...ogni gusto. Spero di non averti annoiato troppo e per farmi perdonare: facciamo una vaschetta misto creme da un chilo?

Riferimenti:

Il link migliore è quello del mio sito: http://www.adealwithastranger.com/

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Giulia Beyman: una scrittrice con il Mistery nel sangue.


Conosciamola insieme!

Ciao Giulia, parlami di te, scegli da dove iniziare...è questo l'interessante!


Beh... allora ne approfitto per togliermi una curiosità, cara Manuela. Perché mi chiedevo se anche il tuo Signor Mocha ti desse gli stessi problemi che mi sta dando la mia Nora. Anche lui ti segue mentre vai a fare la spesa, prendi i bambini a scuola, paghi le bollette, prepari la cena, e persino a fine giornata, quando sei stravolta e non vuoi che dormire?... Anche tu ti ritrovi a parlare con lui e a doverti giustificare perché non ti stai dando abbastanza da fare con la nuova storia che lo coinvolge? Perché mi sta venendo il dubbio (o la speranza) che questa 'invasione di campo' possa essere un problema di tutti i protagonisti seriali. Entrano nelle nostre vite e finiscono (positivamente) per stravolgerle...

Cara Giulia, Mocha mi tormenta!Flemmatico, ansioso, riflessivo ha sempre delle richieste...ieri, per esempio, mi ha chiesto un cappello!

Cosa significa per te scrivere noir, giallo, thriller (scegli quello che più ti rappresenta)?
Per i miei libri userei il termine 'Mystery'. Nelle mie storie c'è un mistero da scoprire. Mi interessa che ci sia tensione e che il lettore si chieda come andrà a finire l'avventura dei miei protagonisti. Ma ancora di più dell'intreccio mi intriga seguire gli effetti di questa 'caduta negli inferi' dei miei protagonisti. Mi piace coglierli in una situazione di estrema difficoltà, in un momento in cui le loro certezze sembrano volatilizzate... quel tipo di momenti fondamentali per la crescita e per il cambiamento.
E se al mistero riesco ad aggiungere anche un pizzico di 'rosa', non mi dispiace affatto.


Quello che invece scrivi tu, cara Manuela, se non sbaglio, è il classico 'Whodunit'... Anche tu sei un'appassionata di gialli...

I tuoi personaggi devono temerti! Nasconditi NORA!!! Non conoscevo questo tuo lato sadico...heheheh... Devo confessare, però, che anche i miei "attori" non se la passano bene: dici che è un vizio degli scrittori? Odiamo, amiamo, facciamo come gli Dei?

I miei scritti sono gialli d'atmosfera, intrecci atipici dove le emozioni ed i pensieri dei protagonisti sono al centro del racconto, lo strutturano in ogni parte. Polizia, indagine tradizionale, rilevamenti scientifici...sono sullo sfondo, sfumati...

Quale è la caratteristica più importante e distintiva presente nei tuoi libri?
La mia protagonista, Nora Cooper, comunica con il marito - morto - attraverso le lettere del gioco dello Scarabeo. Penso che questo sia abbastanza caratteristico...


Un tocco di soprannaturale, ma molto delicato e mai cupo.

Bella idea!...Una di quelle che vorrei aver avuto io, brava!

Che rapporto hai con la tua vittima e il tuo colpevole?


Compassione verso la prima e sfida con il secondo. Lo ammetto. È soprattutto su questa sfida che mi concentro. La vittoria della vita sulla morte è l'aspetto più interessante dei gialli o delle storie di suspense. Quello che intriga di più di questo tipo di racconti credo sia proprio la sensazione che nonostante tutti i pericoli alla fine il bene possa sconfiggere il male. È rassicurante.

E credi che noi riusciremo a portare a termine l'intervista? o fuggirai prima? Sai...le mie domande potrebbero esser maligne! Hai bisogno di una bella tazza di caffè ed arsenico per continuare?...nel dubbio, te la offro!

Quanto è difficile disseminare indizi?


Beh... Lo saprai anche tu... è piuttosto complicato... Quando lo faccio, all'interno di una storia, mi sembra di essere al telaio... tanti fili che si intrecciano e alla fine hai sempre la paura di averne lasciato indietro qualcuno o di poter dare vita a qualche incongruenza di cui non ti sei accorta. Quando finisco un nuovo libro è questo uno dei miei incubi peggiori. C'è chi sogna di ritrovarsi nudo in mezzo alla gente, il mio incubo è che qualcuno mi rimproveri di qualche incongruenza, nella mia storia, di cui non mi sono accorta.

Non me ne parlare, io ho sempre il dubbio di averli resi troppo evidenti. Ad ogni modo non credo ce ne vogliano troppi: difficilmente nella vita reale si hanno molti aiuti.

Cosa impara il lettore dopo aver letto i tuoi romanzi?


Qui non lo potete sentire, ma c'è un sospiro. Forse niente mi viene da rispondere. Credo che in Italia ci siano già troppi scrittori con la S maiuscola (veri o pretesi che siano). La mia più grande ambizione è raccontare delle storie, con personaggi in cui il lettore possa identificarsi. Se alla fine ne trae anche qualche indicazione per la sua vita sono contenta. Ma non è il mio scopo.

Ora entriamo nel vivo...pronta  a presentare le tue opere? :)

Parlaci ora del tuo ultimo libro! Scegli tu come ma ...segnalaci tre buoni motivi per leggerlo e uno per non leggerlo.



Il mio ultimo libro è “Luce dei miei occhi”, che ho da pochissimi giorni pubblicato anche in inglese (”A cry in the Shadows”). Vorrei dire tante cose ma mi hanno già rimproverato di fare spoiler delle mie storie quindi aggiungerò solo che la protagonista è sempre Nora Cooper, che questa volta la storia si svolge tra Martha's Vineyard e Roma e che la co-protagonista di Nora - Susan Bley - è un'aspirante star della cucina internazionale improvvisamente privata della vista da un incidente d'auto che si trova all'improvviso a dover affrontare l'incubo peggiore per una madre...

Mi hai incuriosito...vediamo un po'...

Tre buoni motivi per iniziare a leggerlo e vedere se la storia vi prende?
1) Avete già letto il primo, vi è piaciuto e volete leggere una nuova avventura di Nora Cooper; 
2) Vostro marito sta vedendo la partita e voi avete assolutamente bisogno di fare qualcosa di diverso; 
3) Vostra moglie si sta preparando per uscire e avete un paio d'ore buone prima che sia pronta...
Un motivo per non leggerlo? Beh... In realtà non c'è un buon motivo per non leggerlo. A meno che detestiate gialli, mysteries, storie di suspense e quant'altro.


Lo so, l'ho presa un po' alla leggera...

Va bene così! Te la sei cavata...la mia domanda non brillava per intelligenza.

"Fatti" una domanda e "datti" una risposta...puoi anche imitare Marzullo e parlarci di sogni...
Domanda: Beh, allora Giulia... Pensi di aver dato risposte abbastanza intelligenti e di aver fatto una buona intervista?
Risposta: Questo non lo so, ma so che quando Manuela Paric' mi ha proposto questa chiacchierata virtuale sono stata contenta. Ho scoperto che anche attraverso internet, a chilometri di distanza, protetti dal monitor del computer, nascono delle simpatie 'istintive'. Sarà per la vita incasinata tra figli, scrittura e gatti (ma tu, Manuela, hai anche un cane mi sembra)... Sarà perché tutte e due amiamo i 'gialli'...


Quindi, cara Manuela, non so come sia andata questa intervista ma sono contentissima di essere stata ospite del tuo blog e di aver scambiato due chiacchiere con te e con i tuoi lettori.

...e contentissima sono io. Ho anche il cane pelato che scodinzola accanto a me! Visto che sei riuscita a terminare l'intervista ti saluto con questo consiglio: non bere quel caffè...potrebbe farti male!

Biografia
Giulia Beyman Vive tra Roma e la Toscana con suo marito, un figlio e una vivace famiglia di gatti.

Ha lavorato per una decina di anni come giornalista free-lance, occupandosi di libri, di moda e di cronaca. Dopo una breve parentesi nell'editoria, ha scritto diverse sceneggiature per fiction televisive.

Ha pubblicato “Prima di dire addio” e “Luce dei miei occhi”, che hanno come protagonista Nora Cooper, l'intrigante agente immobiliare che ha il sorprendente dono di comunicare con l'aldilà.


Twitter: @giuliabeyman







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Oggi vi presentiamo l'abile e truce scrittrice Vera Q. 
Una penna libera e impertinente come un deretano al sole. A voi!

1 .Ok Vera Q. parlaci del tuo libro, fallo come desideri e dacci 3 buoni motivi per leggerlo e uno per non leggerlo.
2017 A.D. nasce dopo aver visto l'ennesima sparatoria nel solito telegiornale: A, alleato di B, crivella C, mentre D, alleato di A e di C, non sopporta B. Il tutto in un guazzabuglio di proiettili. Chiaramente le spese delle decisioni di A, B, C, D le subisce esclusivamente P.


Da leggersi come Popolo, Poveraccio o Perseguito. Incassiamo costantemente guerre, torti, nefandezze che non ci appartengono, chini e curvi, e molto spesso impotenti.

Così, prendendo spunto da una realtà che viaggia su di un treno senza freni e macchinista, ho descritto, a modo mio, la stazione d'arrivo. Postaccio, credimi.

Questo ebook, senza dubbio, è una lettura azzeccata per gli amanti del cinismo e dei toni cupi. Non mancano angoscia e quella simpatica sensazione di soffocamento.

Tuttavia sono certa che ciascuno prenderà le parti di uno o più degli odiosi personaggi. L'empatia non contraddistingue solo le parentesi rosa sviluppandosi anche nel nero pece.

Se cercate qualcosa di insolito, improbabile e con un epilogo inaspettato 2017 A.D. è il vostro libro.

Ne sconsiglio la lettura a tutti coloro che sognano puffose storie d'amore: questo romanzo è un incubo ed io, a tratti, sono Freddy Krueger.



2. Facciamo un gioco. io ti dico una parola e tu mi dici la prima che ti viene in mente ed alla fine troviamo una logica. 

    cane
    cuore
    veleno
    età
    pagina

è un gioco scemo lo so...ma tu ti sei prestata! Potrebbe diventare una storia e...ad ogni modo testa i tuoi riflessi da scrittore.




Cane - morte


Cuore - morte

Veleno - morte

Età - morte

Pagina - morte



Trova il misteriosissimo filo conduttore!


3. Torniamo ad esser seri, quale è il tuo tratto distintivo ... e non dirmi il colon!
Spero e credo l'ironia. E questo non solo fa capolino in quel che scrivo, è proprio un mio modo d'essere.


Sono la prima a scherzare sui miei difetti e, vista la gamma corposa di virtù al contrario che possiedo, mi risulta semplice prendermi in giro anche in modi alquanto feroci.

Non lesino neppure sul mio essere di forma bonsai ad esempio, e so bene che nelle botti piccole il vino sarà pur buono ma, tirando somme, è sempre troppo poco.

Spesso questo mio lato carnevalesco è tradotto con una mia presunta poca sensibilità, eppure non rido delle situazioni delicate sfottendo la persona, piuttosto rido con il malcapitato burlandomi dell'avvenimento nefasto. Differenza sottile, seppur sostanziale.

La battuta, il sarcasmo sono il pepe della vita. Non potrei sopravvivere al grigiore quotidiano se non avessi modo di burlare la routine o le grane giornaliere. Trovo il comico persino nella disperazione e questo perché, sotto sotto, sono un'inguaribile ottimista.

Nei miei testi c'è molto di me in tal senso. Prendo le distanze dalle azioni bieche dei miei protagonisti rendendoli detestabili e li canzono per farne delle vittime. Bersagli di loro stessi, a ben vedersi. In fondo siamo tutti perseguitati dalle nostre imperfezioni di qualsiasi genere esse siano. L'accettazione, quando avviene, si verifica molto spesso in parte, per cui tanto vale motteggiare su quel che ci affligge.


4. Di cosa credi che abbia bisogno l'editoria italiana?
Di un eccitante. In via endovenosa, direi. Il panorama italico della narrativa è lo stesso da anni come se ci fosse la volontà di adagiarsi sul conosciuto a discapito della novità.


Ogni libro edito ha una sua precisa e maniacale collocazione, un'etichetta imprescindibile. Autori buttati nel calderone di filoni esanimi e ben poche ventate di aria nuova.

Forse il lettore richiede questo, mi dico.

O forse il lettore, più verosimilmente, si accontenta suo malgrado di quel che trova in libreria, cullato dalla "marca" quasi come se fosse una targhetta blasonata a decretare la qualità di uno scritto.

E se nessuno smuove le acque, il mare, da pescoso bacino, diventerà un putrido stagno. Personalmente, visto l'andazzo, prevedo le sabbie (im)mobili.

Per fortuna l'opportunità di autopubblicarsi ha permesso a molti, me compresa, di ritagliarsi uno spazio infinitesimale nel quale essere presenti e siamo una forza tutt'altro che minuta. Inoltre l'acquisto online ha la comodità impagabile di consolidare lo shopping in ciabatte. Vuoi mettere?


5. Raccontaci la tua routine e come fai a barcamenarti tra quotidiano, sonno, immaginazione, scrittura.




Ho un'esistenza decisamente disordinata, sono le mie gatte a scandire il round della battaglia quotidiana del vivere e, come loro, prediligo la notte rispetto al giorno. Questo perché il "dì" è diviso tra lavoro ed impegni casalinghi mentre la sera, complice il silenzio, mi permette di dedicarmi a quel che più m'aggrada. Scrivere sopra ogni cosa, passione alla quale consacro molto tempo, ma anche del sano cazzeggio è sempre una scelta oltremodo gettonata. Quel meraviglioso far niente o far tutto, senza fretta, orario o senso logico. La libertà di leggere, ascoltare musica, mangiare, impazzire con un giochino per pc senza che il telefono mi tartassi.


Una cosa che non può mancare nelle mie nottate è l'abuso di dolcetti ed intrugli fumanti. È proprio una coccola che mi concedo con costanza morbosa.

Pasticcini, tazzona bollente di thè, caminetto acceso, l'uomo che amo al mio fianco... ed una sonora dormita. 

Già, non dimenticare che, nonostante tutto, ho un'età. Dannazione!

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Biografia


Scribacchina nata, vissuta e vivente. Almeno per ora. Pardon: grattatina di palle doverosa.

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2017 A.D.
Sinossi
2017 A.D. è un romanzo ambientato in un futuro prossimo tutt'altro che roseo, dove quattro vicini di casa condividono ben più del solo pianerottolo.


Mister G., il Vecchio, la Bionda ed il Medico: questi i loro soprannomi.

In un mondo sottosopra e claustrofobico, nel quale ogni cosa non è ciò che sembra, un nomignolo non può che snellire la faticosa mansione quotidiana del mantenersi in vita.

Impresa davvero complicata quando è il caos a regnare.

Un thriller psicologico, irriverente, a tinte scure, in cui ogni piccolo tassello ha il compito di sorreggere ed alimentare il Puzzle dell'Alienazione.
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La scatola di cioccolatini di Silvia... (e di altre crudeltà)




Sinossi

La Scatola di cioccolatini di Silvia... (e di altre crudeltà) è un libro articolato in quattro romanzi brevi uniti dallo stesso filo conduttore e dalla medesima matrice: il degrado morale.


Le storie presentate sono comuni e davvero vicine a quella quotidianità che mastichiamo tutti ogni santo giorno.

Gli "eroi" descritti, però, sono colorati di nero e senza redenzione alcuna, tuttavia sono così umani da risultare persino simpatici forse perché noi stessi, nella loro situazione, ci ritroveremmo ad accarezzare le stesse idee folli.

Non c'è alcun riscatto in questi scritti, ma solo la coscienza, tra il serio, l'ironico, il cinico ed il faceto che sono gli agnelli a trasformarsi nei peggiori lupi e non viceversa.

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Blog condiviso con un caro amico: http://pensieridatergo.wordpress.com/

Grazie Vera Q! Leggetela: è libera, bastarda e sincera.




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Oggi vi presentiamo la bravissima scrittrice di fantascienza Rita Carla Francesca Monticelli...
A voi!


Parlaci di Deserto Rosso:
- il progetto
- i punti di forza
- gli sviluppi futuri

Ciao Manuela, prima di tutto ti ringrazio per avermi ospitata nel tuo blog :)
Il progetto di “Deserto rosso” è nato un po’ per caso. All’inizio volevo scrivere un racconto ambientato su Marte, sull’onda del lancio di Curiosity avvenuto nel novembre 2011 e la lettura del romanzo “First Landing” di Robert Zubrin, il fondatore della Mars Society, che racconta appunto della prima missione umana su Marte. Poi è successo che l’idea si gonfiata trasformandolo prima in una novella, “Punto di non ritorno”, che a sua volta è diventata il primo episodio di una serie, che andrà a costituire un macro-romanzo di fantascienza.
La storia si apre sulla protagonista, Anna Persson, un’esobiologa svedese, che fa parte della prima missione di colonizzazione del pianeta rosso e che una mattina, dopo oltre mille giorni di permanenza su Marte, lascia di nascosto la sicurezza della struttura abitativa per addentrarsi da sola nel deserto marziano, mostrando una determinazione tipica di chi non abbia più nulla da perdere. Il suo gesto fa pensare a un suicidio, visto che il supporto vitale del suo rover ha un’autonomia limitata a cinquanta ore e lei ha tutta l’intenzione di superare il punto di non ritorno, per raggiungere dei luoghi che per ovvi motivi non ha mai potuto visitare prima. Non si capisce se sia spinta dal folle desiderio di arrivare laddove nessun altro è mai arrivato, anche a costo della sua vita, o se ci sia dell’altro. E così, mentre viaggia e ci mostra il paesaggio marziano, nella solitudine del suo veicolo si lascia invadere dai ricordi degli eventi che l’hanno portata a far parte di quella missione. In questo modo Anna ci fa partecipi del suo passato, dei suoi segreti più oscuri e di ciò cui ha rinunciato per andare così lontano, fino all’inatteso finale, che apre nuovi scenari e ci proietta verso il secondo episodio.
A “Deserto rosso - Punto di non ritorno”, che è stato pubblicato il 7 giugno 2012, è seguito il secondo episodio “Deserto rosso - Abitanti di Marte”, uscito il 27 novembre 2012, che è un romanzo breve.
“Abitanti di Marte” è un episodio di transizione che in parte riprende dove è finito il precedente, ma allo stesso tempo colma le lacune della narrazione di Anna in “Punto di non ritorno”, mostrandoci come i cinque membri dell’equipaggio della missione Isis, costretti a vivere per oltre mille giorni nella Stazione Alfa, si siano trasformati da entusiasti esploratori in prigionieri frustrati. La difficile convivenza di personalità diverse finisce per tirare fuori il peggio dell’essere umano, laddove le convenzioni, le leggi, comprese quelle morali, dettate dalla Terra smettono di avere ogni valore. Si creano così una serie di segreti, conflitti, alleanze e rivalità, acuite dalla promessa non mantenuta della NASA di lanciare una seconda missione con altri uomini e attrezzature, finché a un certo punto la situazione precipita in seguito a dei fatti gravi, dai quali scaturirà la fuga di Anna.
Il prossimo 30 aprile uscirà il terzo episodio, “Deserto rosso - Nemico invisibile”, che invece è un romanzo di media lunghezza (più lungo della somma dei due precedenti), e rappresenta il vero cuore della storia, ricca di azione, narrata in parallelo tra Marte e Terra, in cui i lettori finalmente conosceranno la vera minaccia che incombe su Anna e i suoi colleghi. I protagonisti si ritroveranno a combattere contro un nemico, del quale non sospettavano neppure l’esistenza, e nel frattempo a risolvere i loro problemi personali, che permeano tutta la storia di “Deserto rosso”.
L’episodio finale, il cui titolo non è stato ancora rivelato, è previsto per il 30 settembre. Per il prossimo Natale invece l’intera serie di “Deserto rosso” sarà pubblicata in un volume unico anche in versione cartacea.
Si potrebbe definire una quadrilogia, ma in realtà non è così. Sebbene i singoli episodi si concentrino su una parte circoscritta della storia, sono strettamente legati gli uni agli altri, e ognuno di essi, a eccezione di quello finale, termina con un cliffhanger, che lascia il lettore col desiderio di leggere il seguito. Facendo un paragone con cinema e TV, se un romanzo normale può essere assimilato a un film, “Deserto rosso” sarebbe una sorta di miniserie TV, anche se gli episodi sono di lunghezze diverse.
Nel portare avanti il progetto, però, mi sono comportata un po’ come fanno nelle serie TV. Ho scritto prima la puntata pilota (il primo episodio), ci ho lavorato per mesi e solo dopo averlo pubblicato e ricevuti i primi feedback, ho iniziato a scrivere il seguito, anche se i suoi aspetti salienti erano già stati progettati. E la differenza tra questo mio progetto e il prendere un romanzo e pubblicarlo a puntate è proprio questa interazione coi lettori, che da una parte mi è stata da stimolo a continuare a portarlo avanti e dall’altra mi ha permesso di condividere con loro il processo creativo, passo per passo, a partire già dalla seconda puntata.

I punti di forza di questo tipo di sperimentazione letteraria sono proprio legati alla sua novità e la curiosità che questa genera. Un lettore che si appassiona alla storia vorrebbe in qualche modo partecipare alla sua realizzazione. Anche se non può farlo a livello decisionale, sa comunque che qualunque suo commento ha di fatto un’influenza su di me, tant’è che spesso mi è capitato di sfruttare degli spunti portati da dei lettori per approfondire certi aspetti del romanzo, sia per quanto riguarda la parte tecnica (che ne costituisce l’anima hard sci-fi) che l’interazione tra i personaggi (che ne caratterizzano l’altra faccia della medaglia: quella più soft sci-fi). Per esempio in “Nemico invisibile” ho deciso di dare un po’ di spazio al discorso dell’influenza della bassa gravità sulla fisiologia umana, perché imbeccata dall’e-mail di un lettore. Oppure ho messo in bocca a un personaggio delle parole, ispirata a un’idea di una lettrice, anche se poi l’ho sfruttata in maniera del tutto diversa da come l’aveva proposta.
Un altro punto di forza è sicuramente l’argomento, cioè Marte. Mai come in questo periodo si è parlato tanto del pianeta rosso con le notizie che quotidianamente ci arrivano sia sulla missione Curiosity che sui vari progetti privati per portare l’uomo su Marte (come Mars One, con cui si vorrebbe colonizzare il pianeta, o Inspiration Mars, con cui si vorrebbe mandare una coppia in un viaggio di andata e ritorno per l’orbita marziana). La curiosità tra gli appassionati del genere è tanta, come pure la voglia di immaginarsi laggiù. E d’altronde è questa stessa voglia che mi ha spinto a scrivere “Deserto rosso”.
Poi ci sono i personaggi. “Deserto rosso” è una storia che, per quanto sia ricca di spunti scientifici, si basa sui personaggi, in particolare su Anna, una protagonista antieroina, che racchiude in sé tutta una serie di emozioni contrastanti, in cui il lettore può facilmente immedesimarsi. Anna è una donna forte e insicura, impulsiva ed egoista, piena di pregiudizi (Anna è intollerante verso il gruppo etnico-religioso da cui lei stessa in parte proviene, cioè quello mediorientale musulmano). In lei e negli altri personaggi, complice l’isolamento dal resto dell’umanità, emergono gli aspetti più meschini dell’animo umano, che ognuno di noi almeno una volta nella vita ha provato, come il desiderio di uccidere per rabbia o gelosia, o il timore di cadere vittima di quello stesso desiderio. In questo contesto il bene e il male cambiano di significato a seconda del punto di vista del singolo personaggio.
Infine c’è l’emozione di una storia di fantascienza che racconta di una minaccia in grado di coinvolgere l’umanità intera, una minaccia che prima, però, deve essere scoperta, compresa e poi combattuta, e tutto il mistero e l’azione che accompagnano queste fasi.

“Deserto rosso” termina con l’ultima puntata, ma la sua storia in realtà non finisce. Con questo romanzo ho creato le basi di una timeline, in cui verranno ambientati nuovi romanzi. Non saranno dei classici sequel, poiché saranno collocati in momenti diversi del futuro e ci racconteranno storie di personaggi diversi dai protagonisti di “Deserto rosso”. Tra questi c’è “L’isola di Gaia”, un romanzo ambientato sulla Terra, circa cinquant’anni dopo il lancio della missione Isis, che ho scritto negli anni scorsi e adesso sto sottoponendo a editing. Uscirà nel 2014. Anche se i protagonisti saranno diversi, i lettori di “Deserto rosso” riconosceranno tutta una serie di elementi e avranno un’inattesa e, spero, piacevole sorpresa nel finale. Oltre a questo ho in progetto di scrivere altri due romanzi nella stessa timeline, anche se non so ancora quando lo farò. Uno sarà inserito cronologicamente tra “Deserto rosso” e “L’isola di Gaia”, sarà ambientato su Marte e avrà come protagonista un personaggio del primo, anzi si ricollegherà alla scena finale dell’ultimo episodio, anche se sarà ambientato un po’ di anni dopo (il titolo sarà “Ophir”). Il secondo progetto è invece una sorta di sequel de “L’isola di Gaia”, che riunirà i tre filoni creati dai tre romanzi precedenti e sarà ambientato per gran parte nello spazio.


Parlaci dei tuoi personaggi e cosa rappresentano per te.

La creazione un personaggio, cioè di una persona fittizia, nasce per me dal prendere alcune mie esperienze reali, ed emozioni ad esse legate, e inserire me stessa all’interno di una mente diversa dalla mia, talvolta addirittura con una mentalità opposta, per vedere cosa si prova a stare nei suoi panni. Ciò che cerco di evitare il più possibile è una reale somiglianza tra me e loro, perché ritengo che non sarebbe divertente. Il vero divertimento per me che scrivo è diventare qualcun altro ed esplorare dentro la sua testa realtà che non mi appartengono affatto.
La protagonista di “Deserto rosso”, Anna, è un personaggio complesso, controverso, un’antieroina. Non mi assomiglia per niente, a parte il fatto che lei è un’esobiologa e io una biologa. Ma questo aspetto è funzionale alla trama. D’altronde mi è più facile creare un personaggio credibile avendo una preparazione scientifica simile alla sua, soprattutto quando si parla di narrativa basata sulla speculazione scientifica (cioè fantascienza). Per certi aspetti inoltre la trovo anche abbastanza detestabile, col suo egoismo, la sua incapacità di scegliere, la sua tendenza a fuggire di fronte ai problemi, la sua eterna indecisione, i suoi pregiudizi e la sua intolleranza verso ciò che è altro rispetto a lei. Anna non è una bella persona, eppure lei rappresenta per me uno strumento per mostrare alcuni tra i peggiori aspetti della natura umana e allo stesso tempo renderli comprensibili, quasi giustificabili agli occhi del lettore, che nonostante tutto finisce (spero) per tifare per lei. Ciò si ricollega in pieno a quello che è il tema dominante del romanzo: cioè la soggettività del concetto di bene e di male rispetto al punto di vista di chi lo definisce e alla situazione in cui si trova.
Buona parte di “Deserto rosso” è raccontato dal punto di vista di Anna, in alcune parti (tutto il primo episodio, una piccola parte del secondo e un buon 70% del terzo) sono narrati in prima persona. E stare dentro la sua testa, per me che l’ho scritto, non è stato facilissimo. In “Punto di non ritorno” si inizia solo a scalfire la superficie del personaggio, ma soprattutto in questo terzo episodio che sta per uscire, “Nemico invisibile”, si finisce risucchiati nel suo personale modo di vedere la realtà, fatto da una parte di paranoia, diffidenza ed eterna indecisione e dall’altra di costante ricerca di qualcosa di solido cui aggrapparsi, che si tratti di un’idea o di una persona. Tutto questo suo mondo interiore chiaramente viene mostrato mentre rischia di morire ogni cinque minuti o giù di lì, creando una tensione tale in cui l’immedesimazione da parte mia è stata pressoché completa. Mi sono ritrovata a soffrire e disperarmi con lei, ma anche a provare sollievo quando alla fine riesce a raggiungere una certa pace, sebbene dubito che il lettore sarà altrettanto sollevato del finale di puntata e, soprattutto, del cliffhanger che lo caratterizza. J
Ma “Deserto rosso” non è di certo solo Anna. Al suo fianco e intorno a lei prendono vita altri personaggi, alcuni dei quali si rivelano quasi dei co-protagonisti.
Abbiamo Jan, che proviene dal passato di Anna, precedente alla missione su Marte (l’intera storia narrata si svolge in circa 9-10 anni, cui si aggiunge un flashback che torna indietro nel passato di 30 anni, e il capitolo finale dell’ultimo episodio in cui si fa un balzo in avanti di altri 9). Jan è uno scrittore, e anche qui si può vedere come io abbia proiettato in lui qualcosa di mio, ma ancora una volta la similitudine finisce qui. In Jan, che nel complesso rappresenta un personaggio positivo (molto idealizzato da Anna), ho descritto la tendenza di certe persone di reagire in maniera impulsiva in seguito al risentimento per qualcosa di cui si ritengono vittime, per poi magari a freddo pentirsi di quello che hanno fatto, quando ormai è troppo tardi.
E poi c’è Hassan, che è il mio preferito. Si presenta all’inizio della storia come una sorta di nemesi di Anna, in quanto rappresenta per lei tutto ciò che le hanno insegnato a odiare (Anna è anti-islamica, Hassan, come si può intuire dal nome, è musulmano). È un personaggio che sa davvero essere perfido. Se Anna pensa il peggio degli altri e talvolta lo dice, perché le sfugge per via della sua emotività, Hassan sempre lucido e controllato, invece, parla con lo scopo di mettere in difficoltà gli altri e magari di ferirli. Usa il linguaggio come un’arma. Ciò non significa che ogni volta pensi veramente quello che afferma. Manco a dirlo, è lui ad avere le battute migliori. :)


Parlaci dell'aspetto misterioso/thriller presente in Deserto Rosso.

Non posso entrare troppo in dettaglio, per non togliere il piacere di scoprirlo al lettore. Posso, però, dire che alla base di “Deserto rosso” c’è un mistero, della cui esistenza i personaggi all’inizio non sono affatto consapevoli e che pian piano si mostrerà a essi e al lettore. La stessa storia raccontata in maniera non cronologica è costruita come le tessere di un puzzle, che il lettore deve mettere insieme per venirne a capo.
Pur essendo fantascienza, con una notevole componente di azione, “Deserto rosso” ha un’anima thriller, con momenti di grande suspense in cui non hai idea di cosa accadrà subito dopo, né in che direzione la trama intende portarti. E come in tutti i thriller qualcuno muore (più di qualcuno, a dire la verità), ed è proprio questa morte a costituire il punto di rottura da cui scaturisce la storia vera e propria. La scoperta della verità su questa morte è, inoltre, una parte importante di una buona metà della serie.


Raccontaci la tua esperienza da self-pubb:
- come è nata l'idea
- come ti sei preparata ad affrontare l'autopubblicazione
- quali risultati stai ottenendo


Uno dei motivi per cui ho iniziato a pubblicare i miei scritti un anno fa (a 37 anni suonati), nonostante io scriva da una ventina d’anni, è che l’editoria tradizionale italiana non mi ha mai attirato particolarmente. Ammetto di essere una persona che ama avere il massimo controllo su ciò che fa e questo dover dipendere da altri (editori) per tutto quello che riguarda la realizzazione di un mio libro non è che mi piacesse tanto, almeno come idea. Inoltre l’editoria italiana è costellata da molte realtà che non svolgono il loro lavoro in maniera seria. Togliendo gli irraggiungibili grandi editori, il resto è per lo più una giungla e comunque anche laddove esistono dei piccoli-medi editori seri (e ci sono, ovviamente), la loro capacità di far giungere il tuo libro a un gran numero di lettori è spesso limitata.
Questo era particolarmente vero prima dell’avvento del mercato degli ebook in Italia, che stanno rivoluzionando l’editoria, bypassando la distribuzione fisica e le librerie.
A quei tempi, sebbene pensassi comunque di tentare di inviare il romanzo che stavo scrivendo (“L’isola di Gaia”) a qualche editore, mi stuzzicava già l’idea dell’auto-pubblicazione, che allora era rappresentata dal print-on-demand. Mi piaceva l’idea di essere io la persona che seguisse tutte le fasi di produzione del mio libro, dalla scrittura fino ad arrivare alla promozione. Mi rendevo però conto che il print-on-demand ha il grosso limite di produrre dei libri costosi, che difficilmente un autore sconosciuto riesce a vedere.
Poi è arrivato Amazon in Italia e l’anno dopo il Kindle, con a traino Kindle Direct Publishing, e le prospettive sono completamente cambiate. L’autore che voglia essere editore di se stesso è finalmente in grado di creare un prodotto (ebook), che può essere distribuito in tutto il mondo, accanto ai libri dei grandi autori, e venduto a prezzi che fanno vera concorrenza a questi ultimi.

Già prima che KDP arrivasse in Italia (ma si sapeva già che sarebbe arrivato presto) ho iniziato a studiare il self-publishing digitale da quelli che ne sono senza dubbio i pionieri e adesso i maestri: gli autori indie anglofoni. Per più di un anno ho letto libri, seguito blog, e mi sono documentata in vario modo su questo fenomeno. Quando, poi, Amazon ha lanciato KDP anche in Italia, non ho fatto altro che mettere in pratica tutto quello che avevo imparato (e continuo a imparare costantemente).

Rispetto a quelle che erano le mie aspettative, devo ammettere che i risultati sono stati sorprendenti. Lo scorso 26 marzo ho raggiunto le mie prime 1000 copie vendute, in meno di 10 mesi dalla pubblicazione del primo episodio di “Deserto rosso”. La cifra in sé non è eclatante se paragonata a quelle su cui viaggiano i grandi autori o anche gli autori indie anglofoni, ma per il piccolo mercato degli ebook italiani e per un’autrice che fino a un anno prima era totalmente sconosciuta, be’ non è affatto da buttare via.
Ma la cosa più bella non sono tanto i freddi numeri, bensì il caldo feedback dei lettori (come ti dicevo prima), che si sono appassionati alla storia e mi stimolano a continuare con questa strada.


Definisciti come scrittrice in 3 aggettivi.

Prolifica, disciplinata e indipendente.
Prolifica non si riferisce solo a quanto scrivo (anche se scrivo parecchio), ma alla mia fantasia che tende a non avere limiti. “Deserto rosso - Nemico invisibile” è di fatto il sesto libro che scrivo, poiché oltre agli altri due della serie e il fantasy egiziano “La morte è soltanto il principio” (una fan fiction del film “La mummia” che ho pubblicato gratuitamente nel marzo 2012), come dicevo, ho scritto “L’isola di Gaia” e un thriller (stavolta non fantascientifico) intitolato “Il mentore”, che vorrei pubblicare anch’esso nel 2014. Ma la mia mente è andata ben oltre. A maggio inizio a scrivere l’episodio finale di “Deserto rosso”, sto già sviluppando la trama degli altri due romanzi in questa timeline (proprio oggi ho “scoperto” come finirà l’ultimo di questi, che dovrebbe chiudere - il condizionale è d’obbligo - l’intero ciclo di romanzi), ma ho in cantiere un altro romanzo di fantascienza auto-conclusivo, intitolato “Sangue”, un sequel del fantasy egiziano, stavolta senza riferimenti al film, una nuova avventura del detective Shaw (quello de “Il mentore”) e alcuni libri di non-fiction. Ma sono abbastanza certa che col passare il tempo mi verranno più idee. Metterle in pratica sarà un po’ più dura, ma almeno non dovrei rischiare (dita incrociate!) il blocco dello scrittore per un bel po’! J
Disciplinata, perché senza imbrigliare in qualche modo la mia fantasia galoppante in un rigido programma non andrei proprio da nessuna parte. E qui salta fuori il mio approccio scientifico ai problemi: definire le priorità, programmare delle scadenze e rispettarle. Senza di esso non sarei mai riuscita a portare avanti l’impegno di pubblicare una puntata di “Deserto rosso” ogni cinque mesi. Devo dire che mi ha aiutato tantissimo l’aver partecipato al NaNoWriMo dello scorso anno, che mi ha permesso di stabilire i miei limiti a livello di quantità di scrittura, dandomi maggiore sicurezza nel riuscire a portare a compimento un proposito, se rispetto tali limiti.
E infine indipendente. Be’ qui è chiaro. L’indipendenza per me è un valore essenziale in campo lavorativo, quindi non solo nello scrittura. Sono una lavoratrice autonoma (traduttrice e web designer, fra le varie cose) e questo mi permette di avere il massimo controllo sul mio lavoro e di conseguenza anche sugli aspetti pratici della vita (tipo non dover rispettare il ritmo giorno-notte, poiché non ho orari definiti). Nella scrittura ho trasportato questo mio spirito indipendente e imprenditoriale all’interno di un progetto di self-publishing. È chiaro che essere indipendenti dà libertà, ma pone anche dei limiti, definiti per esempio dal mio tempo o le mie competenze o dal tipo di collaborazioni che posso gestire. Per questo motivo preferisco mantenere il più possibile il mio impegno nell’ambito dei miei limiti di controllo, senza mai fare il passo più lungo della gamba. In fondo scrivo per esprimere un mio bisogno e, adesso, anche per i miei lettori, che mi danno enormi stimoli. Se ciò dovesse portarmi un qualche ritorno importante ad un livello più grande, va bene, in caso contrario sono ben felice anche solo di continuare i miei programmi. Per me già questo è un successo.

Cosa ti piace leggere?

Facciamo prima a dire cosa non mi piace leggere! J
Non leggo fantasy classico, con maghi ed elfi e roba del genere, proprio non fa per me. Rifuggo l’horror e l’urban gothic versione young adult (sebbene ami il gotico classico e apprezzi alcuni tentativi di trasportarlo nella narrativa contemporanea, ma per un pubblico adulto). Evito i romanzi rosa fini a se stessi. E non leggo narrativa triste, nel senso più ampio del termine. Odio i libri che finiscono male, questo perché io leggo per divertirmi, che poi è lo stesso motivo per cui scrivo.
Di tutto il resto mi capita di leggere praticamente di tutto, ma ci sono dei generi e degli autori che preferisco.
Indovina un po’? La fantascienza. J
Leggo tanta fantascienza, di vario tipo, sia di autori famosi che di autori indie (per lo più anglofoni, anche perché ce ne sono di più). Questo non significa che mi piaccia tutta. In realtà sono molto critica nell’ambito di questo genere. In generale amo le storie che riescono a sorprendermi e la fantascienza tra tutti i generi di narrativa ha in sé gli elementi che possono sorprendermi: cioè quelli legati alla scienza e alla connotazione magica che la tecnologia può avere laddove non si conosce il suo funzionamento.
Il mio autore preferito in questo ambito è, almeno finora, Peter F. Hamilton. In generale sono molto attratta dalla space opera, in cui accanto all’aspetto umano dei personaggi si dia un notevole accento a una tecnologia plausibile, in pratica a metà strada nell’asse hard sci-fi/soft sci-fi.
Mi piace un po’ meno la fantascienza classica, che spesso risente del passaggio del tempo, ma anche lì di tanto in tanto trovo qualche libro che mi entusiasma di autori come Asimov (manco a dirlo), Dick (idem) e Lem (in particolare il bellissimo “Il pianeta del silenzio”).
Be’, devo poi menzionare il “maestro”, l’unico e grande Michael Crichton, a mio parere il più grande autore di thriller tecnologici degli ultimi decenni. Lui va in una categoria a parte, molto trasversale tra i generi. Il mio grande rammarico è che prima o poi finirò di leggere tutti i suoi libri.
Ho, però, autori di tutt’altro genere ai quali sono affezionata, come Patricia Cornwell (non solo col suo filone di Kay Scarpetta e che ritengo una vera maestra nel creare personaggi secondari che saltano fuori dalle pagine), John Grisham (capace di usare la legge come pretesto per raccontarci la gente), Christian Jacq (del quale leggo con piacere sia romanzi e saggi: sono un’egittofila), Agatha Christie (quando ero ragazzina ne andavo matta), ma soprattutto il mio autore preferito in assoluto, Thomas Harris, creatore del meraviglioso Hannibal Lecter, la quintessenza di soggettività del concetto di bene e male, di cui parlavo prima. Lui sì è davvero inarrivabile. Infine amo i classici britannici, a partire dalla Austen, Stoker o la Shelly (come dicevo prima, genere gotico classico), e spesso leggo con piacere qualche libro di narrativa contemporanea inglese, di autori come Hornby, che non si prendono troppo sul serio.


Raccontaci una "esperienza da dimenticare" nel tuo percorso di scrittrice

In tutta onestà non me ne viene in mente nessuna. Non ho mai tentato l’approccio all’editoria tradizionale e quindi, fintanto che resto indipendente, è più difficile che abbia brutte esperienze. In generale cerco di evitare sul nascere situazioni che non posso controllare e che possono diventare spiacevoli.

Come ti ha accolto la critica?

Direi bene. Le recensioni delle prime puntate di “Deserto rosso” sono positive. Ho una media intorno alle 4,5/5 stelle su Amazon. In genere chi ha criticato i miei libri (fortunatamente pochi) si è lamentato del formato a puntate e della frustrazione per non sapere come continui, ma credo che debba biasimare solo se stesso. Nella descrizione dei libro è chiaramente scritto che si tratta di un romanzo a puntate, proprio perché non venisse acquistato da chi non è interessato a questo tipo di formato. In ogni caso, il fatto che si lamentino perché vorrebbero avere a disposizione il seguito tutto sommato non credo sia poi una critica così negativa, no? D’altronde era il mio intento sin dall’inizio!
Al di là di questo ho ricevuto diverse recensioni lusinghiere e spontanee (ci tengo a dirlo) da alcuni webmagazine e siti che si occupano di narrativa e di fantascienza. Insomma non mi posso di certo lamentare.

Quale consiglio vuoi lasciare a chi come te si è avventurato nel mondo dei self-pubb?

Prima di tutto non bisogna avere fretta. In secondo luogo ci si deve mettere in testa che essere self-publisher significa diventare editori e ci si deve comportare di conseguenza, in maniera professionale e avendo in mente il rispetto nel confronto del lettore. Per cui se non si hanno le competenze per farlo, bisogna prima acquisirle (cosa alla portata di chiunque voglia impegnarsi seriamente). E per acquisirle, ancora una volta, non bisogna avere fretta.
Questi sono i principi base di questo tipo di percorso, ai quali aggiungerei un terzo consiglio, anch’esso essenziale: divertitevi. Col self-publishing difficilmente si diventa ricchi, almeno qui in Italia, per cui è importante prima di tutto divertirsi quando lo si intraprende, altrimenti non ha molto senso.


Ecco qualche informazione in più ;)

- biografia

Traduttrice tecnico-scientifica e letteraria, e biologa ex-ricercatrice universitaria, Rita Carla Francesca Monticelli scrive da sempre, ma più recentemente, dal 2009, si sta dedicando in particolare alla narrativa. Autrice indipendente di tre ebook, studia già da qualche anno l'interessante mondo del self-publishing d'oltreoceano e cerca di capire come applicarlo alla realtà italiana.
Il suo ultimo lavoro, "Deserto rosso - Abitanti di Marte", è il secondo episodio di un romanzo a puntate di fantascienza. Il terzo episodio "Deserto rosso - Nemico invisibile" uscirà il 30 aprile 2013.
Date un'occhiata al suo sito (e blog): www.anakina.net

Questo è il link al libro: http://www.amazon.it/gp/product/B00AEGD872

- Ecco...per i curiosi le sinossi dei libri!

Ti riporto la sinossi del due episodio già usciti e il pitch provvisorio del volume unico che uscirà a Natale.

Deserto rosso - Punto di non ritorno

Sono passati trent'anni dalla missione di esplorazione di Marte "Hera", il cui equipaggio è morto in circostanze misteriose.
Questo fallimento e le problematiche politiche da esso generate hanno rallentato la NASA nella sua corsa alla conquista dello spazio, ma adesso i tempi sono maturi per una nuova missione chiamata "Isis". Questa volta i cinque membri dell'equipaggio (Anna, Dennis, Michelle, Hassan e Robert) non viaggeranno per oltre 400 milioni di chilometri solo per una breve visita, ma saranno destinati a diventare i primi colonizzatori del pianeta rosso.
Un giorno Anna abbandona di nascosto alle prime luci dell'alba la Stazione Alfa e si addentra con un rover pressurizzato nel deserto marziano, in quello che sembra avere tutte le caratteristiche di un gesto suicida.
Mentre ci racconta passo passo i due giorni (tempo definito dalla sua riserva di ossigeno) del suo viaggio solitario, si sofferma a mostrarci eventi del passato precedenti alla stessa missione, muovendosi avanti e indietro nella sua memoria e svelandosi poco a poco a noi. Capiremo chi è, cosa l'ha portata a entrare nell'equipaggio dell'Isis, cosa (e chi) si è lasciata alle spalle e alcuni fatti accaduti durante la stessa missione che potrebbero averla spinta a questo gesto estremo.
Qualunque essa sia, riuscirà Anna a raggiungere la sua destinazione?


Deserto rosso - Abitanti di Marte


Dopo 995 giorni su Marte l’entusiasmo dell’equipaggio dell’Isis si è trasformato in frustrazione e insofferenza. Le loro ricerche non danno i risultati sperati, i loro mezzi sono insufficienti e già una volta la NASA ha annullato il lancio di una seconda missione, che avrebbe dovuto portare nuovi colonizzatori e attrezzature sul pianeta.
Nel frattempo i rapporti tra i cinque membri della spedizione si sono fatti molto difficili. La Stazione Alfa è diventata teatro di una serie di conflitti, segreti, alleanze e rivalità.
Adesso una nuova finestra di lancio si sta per aprire, ma le notizie da Houston sono tutt’altro che confortanti. Mentre da un parte il ritrovamento di una possibile sacca di ghiaccio potrebbe dare una svolta positiva agli eventi, Anna, esasperata dai comportamenti insoliti di Robert e dalla guerra fredda con Hassan, si trova a meditare sulla possibilità di tornare sulla Terra.
Quando anche la morte si abbatte sui cinque abitanti di Marte, Anna trova nella fuga solitaria l’unica scelta possibile.
Marte avrà però in serbo per lei un’incredibile scoperta, chiave di un mistero nascosto nelle profondità di Valles Marineris.


Deserto rosso (la serie completa)

Sono passati 30 anni dalla missione di esplorazione di Marte "Hera", il cui equipaggio è morto in circostanze misteriose. Questo fallimento e tutte le problematiche politiche da esso generate hanno rallentato la NASA nella sua corsa alla conquista dello spazio, ma adesso i tempi sono maturi per una nuova missione chiamata "Isis". Questa volta i cinque membri dell'equipaggio non viaggeranno per oltre 400 milioni di chilometri solo per una breve visita, ma saranno destinati a diventare i primi colonizzatori del pianeta rosso.
Tra di loro c'è l'esobiologa svedese Anna Persson, approdata a questa avventura nella speranza di iniziare una nuova vita lontana dalla Terra.
Marte avrà però in serbo per lei un’incredibile scoperta, chiave di un mistero nascosto nelle profondità di Valles Marineris.

- Ecco qualche link utile

Sito: www.anakina.net (questo è il mio hub e qui si trovano i link a tutti i miei profili sui social network)
Blog: www.anakina.net/dblog (comunque interno al mio sito)

“Deserto rosso” è disponibile su: Amazon, Kobo, inMondadori, iTunes, Google Play e Smashwords, a partire da 76 centesimi di euro a puntata.

“Deserto rosso - Punto di non ritorno” su Amazon: http://www.amazon.it/gp/product/B0089TN5JM
“Deserto rosso - Abitanti di Marte” su Amazon: http://www.amazon.it/gp/product/B00AEGD872

ISBN sugli altri store:
“Deserto rosso - Punto di non ritorno”: 9781476194486
“Deserto rosso - Abitanti di Marte”: 9781301420551

Booktrailer di “Punto di non ritorno”: www.youtube.com/watch?v=94nut4gtoII
Booktrailer di “Abitanti di Marte”: www.youtube.com/watch?v=ufyoEN3IcJc

GRAZIE CARLA PER L'INTERESSANTE INTERVISTA CHE CI HAI CONCESSO!!! 



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