domenica 24 agosto 2014

Vacanze 2014. Quinta tappa.

Ho deciso di tenere memoria di queste mie prime vacanze in camper. Una memoria sottile come un formaggio fuso e rifuso. Scrivo in fretta, tra una buca e un panino. 

Diario di viaggio:  quinta tappa.

22-23 agosto 2014


Il nuovo campeggio è verde, semi-montano, con servizi di lusso e puzza. Il vento schiaffeggia tutta la costa e la spiaggia fatta di sassi resiste a stento alla sua violenza. Da queste parti la sabbia sarebbe una disperazione. Rebecca e il camperista esperto decidono di esplorare un boschetto sulla sommità di una piccola collina, accanto a mezzi lunghi più di 7 metri e lussuosi come la casa di uno sceicco. A dire il vero ho cercato qualcuno con il turbante steso al sole. 
Vista da camper
Tornano dopo 2 ore, hanno dei sorrisi giganti a dividergli il volto e nascondono qualcosa dietro al camper.
Mi guardano, li guardo. Gongolano, non gongolo.

«Glielo diciamo alla mamma?» Squittisce Rebecca
«Glielo facciamo vedere!» Sentenzia l’esperto.

Mi obbligano a tenere gli occhi chiusi e mi trascinano fuori.

«Mmmhh che buone…»

Sento l'esperto camperista masticare. Rebecca, entusiasta, si aggrappa al mio vestito e quasi rimango nuda. Apro di scatto gli occhi. Tre secchi colmi di mandorle giacciono a terra.

«Sono mandorle.», affermano.
«Prendine una.», dicono.
«Ce ne sono tante!», gridano.
«Sono velenose mandorle amare.», sussurro.
«Come velenose?», frinisce Rebecca con la voce strozzata e il terrore che l’attraversa.
«Quanto velenose?» Chiede l’esperto camperista tenendosi la mano sullo stomaco.
« Abbastanza velenose.» Alimento la suspence.

Rebecca inizia a piangere, dichiara di averne mangiate tre e ulula avvertendomi che non desidera morire, che è troppo presto. La consolo come solo una madre può. Le dico che ne ha mangiate il limite consentito e la bacio in fronte, sulle guance e sulle manine sudate. Intanto l’esperto camperista si fa sempre più pallido.

«Io ne ho ingerite sei.» Si sbottona finalmente. 
«SEI sono troppe, vero? SEI sono letali? Dove sarà un ospedale?» Salmodia goffamente.

Io non rispondo, lo torturo. Lo salva google. Da interminabili sedute in bagno non lo salva nessuno.

Risalendo
Appena giunti al nuovo camping si ripresenta il problema dei liquami. Non riusciamo a sbarazzarcene nel modo consueto (rivelerò le modalità di scarico solo tramite messaggio privato), stiamo facendo la figura dei coglioni! Ciò nonostante questa ennesima occasione mi ha dato modo di scoprire qualcosa di nuovo. Sono seduta su un muretto accanto ai bagni. Il sole delle 17 illumina la ghiaia e i muretti, ricoprendoli d’oro. Le fronde degli alberi sono stranamente immobili e i rumori attutiti dai miei pensieri. Tre uomini con un trolley di plastica attendono sul piazzale. Hanno addosso l’impazienza mista alla rassegnazione tipica dei pendolari.
Dove stanno andando?
Non ho una risposta. I loro trolley si assomigliano, hanno colori autunnali e linee pratiche. Un quarto uomo raggiunge i tre viaggiatori trainando un valigiotto verde marcio e li saluta complice.
Qui c’è del movimento!
Controllo a destra e poi a sinistra. Nessun binario, treno, controllore. Eppure i tre stazionano, ordinatamente. Sempre più curiosa e poco discreta inizio a stazionare anche io. Finalmente il primo della fila si muove, con un cenno del capo si congeda e si dirige verso la botola degli scarichi e lì svuota il suo trolley. DAMN’T! Non contiene vestiti. La cosa mi illumina e mi disgusta. So già cosa regalare all'esperto camperista per Natale.

La sera ritorna il freddo. Come chiocciole ci rintaniamo nella nostra minuscola casa e ci dedichiamo alle piccole routine. L’esperto camperista prepara le lenze: sbatte la testa contro antine, spigoli, scalette, si punge con ami e coltellini, sanguina. L’esperto camperista è un uomo magro, anche troppo. Ha le occhiaia e non sta mai fermo. Saltella, si scuote manco avesse addosso le mosche e dimentica quel che sta facendo. Sono preoccupata per lui, si sta annientando. Non ce la farà a resistere a queste vacanze.
Rebecca e io fatichiamo a prendere sonno, siamo circondate da tende e tendine e per ogni tenda e tendina c’è un uomo che russa. Stanno dialogando, chi con fare interrogativo, chi fischiando, chi grugnendo.
Ora esco e dirigo l’orchestra!
Non faccio in tempo, arriva la fine del mondo. Il firmamento si spalanca, un lampo imbianca e un fulmine colpisce la montagna. Il boato è assordante, continuo e spaventoso. Io, nota ottimista, come sempre aspetto che un grande macigno ci schiacci rotolando a valle. Non accade nemmeno questa volta, per fortuna. Il tendalino ondeggia con forza e il camper lo segue. Stiamo ballando. La gente che russa ora borbotta. La pioggia si impadronisce di tutto. Provo a dormire con una preghiera stretta in pugno: “fa che l’esperto camperista non esca sotto il diluvio” Rimarrebbe (è certo) immediatamente folgorato.

Dal bar
Al mattino la terra è ancora bagnata, l’odore di umido ha attecchito sugli asciugamani e una decina di persone stanno liberando le tende da litri d’acqua in eccesso. Tutti sembrano stanchi.
Rebecca fa amicizia con una bimba italiana. L’esperto camperista fa amicizia con un esperto sciatore. Io faccio amicizia con il barista. Siamo tutti contenti. Scopro che un vero salto sulla neve deve essere affrontato tenendo gli sci perfettamente inclinati di 48 gradi (???) e che si pesca di più con la carta stagnola che con i vermi. Ordino da bere e mi immergo in me stessa.

Verso le 15 l’esperto pescatore (ex esperto camperista) claudica fino al molo. I bimbi lo seguono come topi. Insieme si mettono a dare la caccia al cacciabile: pesci, polpi, conchiglie. Io rimango sdraiata sotto il sole. Li osservo senza voglia, una palpebra alzata e una no. Si muovono traballanti sugli scogli e scrutano ogni anfratto. L’esperto pescatore cade, è ormai ridotto a un mucchietto di stiracchiate cartilagini senzienti. Io sono felice (che stronza!), sto accumulando appunti su appunti per il nuovo libro. Lui è Bembo.

In questa vacanza i polipi sono degli sfortunati protagonisti.
Dopo quasi due ore di battuta serrata l’esperto cacciatore agguanta un tentacolo. Da sotto  un pietrone bagnato emerge una piovra grande e grigia.  L’esperto pescatore la lancia sull'asfalto. L’animale si difende e spruzza inchiostro ovunque. L’esperto pescatore è nero. La bestia prova a fuggire reggendosi sui tentacoli, sembra fatta da mille serpenti. Mi ricorda la dea Kalì. Un croato le si avvicina e inizia a prenderla a calci. Uno, due, tre calci. Sono tutti  dei barbari. Mi alzo, voglio salvare la creatura. Non faccio in tempo. Sotto gli occhi di mia figlia la piovra viene freddata con una sassata in testa. Rebecca strilla, è disperata. Io squadro con odio l’esperto pescatore.


«Pensavo che poi lo liberassi, il polpo», abbaia la piccina indicando l’esperto pescatore. Il ditino accusatore minaccia più di mille parole. 
«Mi avevi detto che volevi mangiarlo.» Si difende l’esperto pescatore.
«Non te l’avrei fatto vedere, se lo avessi saputo.» Insiste la piccina.


I bagnanti si zittiscono e il molo si trasforma in un palcoscenico. I due protagonisti si rimbeccano a lungo e si scopre che il colpo da maestro dell’esperto pescatore è stato in realtà un colpo di culo di una bimba di 5 anni. Lui ne va comunque fiero. Forse lo perdono, la foga e la noia hanno guidato la sua mano. Amen.

Ceniamo con poco e chiacchieriamo fino a tardi. Verso l’una di notte inizio a passeggiare lungo le viuzze che tagliano il campeggio. In lontananza sento il rumore dei marosi. Ci sono i grilli, instancabili. Ci sono anche le stelle. Accanto alle tende stanno allineate coppie di ciabatte. Cammino tra gente che dorme e che lascia le scarpe sul prato. Considero le vite di tutti. Penso che siamo compagni in questo luogo-non-luogo, accomunati da poco e divisi dal linguaggio. Avanzo, una brezza fresca mi copre le spalle, un gatto mi raggiunge. Vorrei rimanere così, a vagabondare fino all'alba.

3 commenti:

  1. bello, scorrevole, intrigante e spontaneo ...mi piace come scrivi quello che scrivi ....mi piace il modo di raccontare un quotidiano fuori dal quotidiano come solo una sensibilità al di sopra della media riesce a fare .

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  2. oddio, mi sto facendo una strana idea della croazia...

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    1. TI capisco. La Croazia è un luogo magnifico (te la consiglio), l'ho visitata a fondo anni fa. Quest'anno volevo solo mare e relax...sono stata punita.

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