Eccone alcuni stralci, di seguito il link per leggere l'intervista completa.
Un diploma al liceo scientifico, l’università, l’impiego come
consulente aziendale e una figlia. Dove trovi il tempo per dedicarti alla
scrittura?
Non lo trovo MAI! Scrivo anche sulla carta igienica e nelle
pause di CINQUE MINUTI…ho imparato a tenere il filo, guadagnando ovviamente un
esaurimento nervoso!
Sei un’appassionata lettrice. Quali sono gli autori che ti
hanno accompagnata in questi anni e dai quali non potresti mai separarti?
Troppi: ne elenco qualcuno a caso…come se fosse una seduta
dallo psicanalista!
Agatha Christie, Pennac, Benni, Dostoevskij, Kafka,
Bulgakov, Gogol, Simenon, Banana Yoshimoto, Giacosa, Mark Twain, Bukowski,
Zeno, Calvino, Ende…
Mi dica dottoressa, è grave?
Tutti diversi, tutti interessanti per motivazioni
differenti, tutti da leggere!
Anche il teatro non ti è indifferente, infatti hai appena
confezionato una commedia teatrale “WO HAR ISCH – la strana storia di tre
uomini e un fantasma”. Daccene un assaggio.
"Wo har isch (Dove c’è pelo)" è stato per me un
vero e proprio esperimento, attualmente è in fase di editing. Ero al mare, dispersa in un isolotto
dell’arcipelago delle Kornati. Non c’era nulla se non la natura selvaggia e una
barchetta che ci portava il cibo. La corrente elettrica era sufficiente solo
per avere la stanza illuminata la sera…così, in quella realtà amena e diversa,
ho tirato fuori un quaderno, una biro e ho deciso di scrivere qualcosa di
altrettanto ameno e diverso dal mio solito: una commedia ironica teatrale. E’
la storia di tre amici: un avvocato, un medico e uno studente fuori corso
infestati da un fantasma tirolese. Ritmi rapidi e battute su battute. Ho sempre
apprezzato i film di Lubitsch e Billy Wilder e mi sono ispirata a loro per
creare un racconto ironico, cortese e spero gradevole…nonostante qualche
imbarazzante peto!
Nel 2007, esordisci
con una raccolta di poesie “Capelli spettinati”. Parlacene.
Non è stato proprio un esordio, ma ti ringrazio. Era da poco venuta a mancare mia nonna, una
nonna giovane e bella che mi aveva cresciuta come una figlia. Avevo molto da
elaborare, in famiglia eravamo stanchi, disillusi e tristi. Quando è arrivato
Natale ho pensato di condividere con loro una parte di me. Tutto qua. Il libro
infatti è in versione cartacea e lo hanno letto poche persone. Ora sono
cambiate molte cose, il dolore si è tramutato in qualcosa di forte e profondo
che mi ha aiutato a definirmi come persona e a scegliere pezzi del mio futuro.
Ora forse, potrei considerarlo un libro di poesie e trattarlo come tale.
L'intervista continua sul blog di Linda :)
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