lunedì 25 marzo 2013

Rubrica: dalla cronaca ai mini racconti 6


Avevamo fatto l'ipotesi di trarre mini-raccontini da fatti di cronaca...

Titolo di giornale: Scomparso trovato morto in cascinale


ed ecco il possibile mini racconto...


Lui andava pazzo per il maiale. Friggeva le costine, tagliava il salame, preparava zuppa e fagioli con le cotiche e chiedeva sempre al macellaio di tenergli da parte del buono strutto denso e chiaro. Era la sua poesia.

Il giovedì si alzava di buon'ora, arrivava per primo al mercato e osservava Piero e i suoi cugini tirar fuori dalla cella frigorifera dei quarti di porco. Freschissimi. Quindi guadagnava il bancone in tutta fretta, scrutava gli zampini, i tranci di coppa, il sanguinaccio e respirava a fondo, estasiato e finiva ogni volta con l'immaginarsi seduto a tavola con un bel piatto fumante sotto il naso. Va bene che la carne di maiale non era delle più care, ma lui tutti quei soldi per tutti quei meravigliosi pranzetti non ce li aveva. Per questo, usava l'olfatto. Prima di uscire di casa si lavava le narici 3 o 4 volte e ci metteva dentro delle palline di carta ... per non contaminare l'esperienza, diceva.  Era un purista del suino, un ingordo. Un giorno decise di andare a vederli dal vivo, nella fattoria non lontano da casa: indossò dei comodi stivali di gomma, una camicia di flanella ed il suo più bel sorriso. Eccoli li, rosa, cicciotti, lo sguardo intelligente e le ciglia lunghe. Ne rimase affascinato, addirittura più di quando quelle bestie transitavano nel suo intestino, indubbiamente grasso. Una scrofa, giovane e carina, aveva particolarmente attirato la sua attenzione. Nelle notti seguenti non faceva che sognarla. Il grugno morbido contro le sue labbra, le setole al vento e quelle cosce possenti che terminavano in due natiche perfette. Aveva anche perso l'appetito, era l'amore. E l'amore fa fare cose folli anche all'uomo più saggio, figuriamoci a lui. Una sabato, sotto un cielo senza stelle e luna compì il fattaccio. Aiutato dalle tenebre e rassicurato dal suo desiderio, rapì la povera bestia per portarla in un cascinale abbandonato ed intrattenersi con lei almeno fino all'alba. Non se ne sarebbe accorto nessuno, così pensava. Sciocco. A letto con una scrofa da riproduzione! Pazzo! A quello pensava intanto che le accarezzava il testino. Le sue però, la rassicurava, erano emozioni nobili, non voleva godere solo del piacere della carne ma di quello della creazione. Voleva generare una nuova specie perfetta, una specie metà uomo e metà maiale. La scrofa, se pur mesta, era alquanto riluttante a farsi coccolare da uno sconosciuto. Più lui si avvicinava, languido in viso e nei pantaloni, più lei agitava gli zampini e mostrava il temperamento che la natura gli aveva donato. Accadde in fretta: lui rivolto a terra, mezzo nudo e mezzo nel fango, soffocato dal suo animale. Lei che gli sedeva sullo stomaco, le mammelle ancora turgide e piene e gli occhi furbi, furbissimi.


di Manuela Paric'



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